Bisogna nascondere la luce agli uccelli notturni , perche li acceca e diviene per essi più oscura delle oscure tenebre......... l'uomo attaccato alle proprie idee e che teme di perderle , pauroso di nuove verità e non disposto a dubitare di tutto .. deve uscire subito da questo luogo ... lo capirebbe male e ne rimarrebbe turbato ..


IL LIBRO DI ENOCH E I VANGELI APOCRIFI : I SEGRETI NELLA BIBBIA


LIBRO DEI SEGRETI DI ENOCH 
I
[1] In quel tempo, disse Enoc, quando ebbi compiuto 365 anni,
[2] nel primo mese, nel giorno solenne del primo mese, ero solo nella mia casa:
[3] piangevo e mi affliggevo con i miei occhi. Mentre riposavo nel mio letto dormendo,
[4] mi apparvero due uomini grandissimi come mai ne avevo visti sulla terra.
[5] Il loro viso (era) come sole che luce, i loro occhi come lampade ardenti, dalle loro bocche usciva un fuoco, i loro vestiti una diffusione di piume, e le loro braccia come ali d'oro, al capezzale del mio letto. Mi chiamarono col mio nome.
[6] Io mi levai dal mio sonno e gli uomini stavano presso di me realmente.
[7] Io mi affrettai, mi alzai e mi inchinai loro ; il mio viso si coprì di brina per il terrore.
[8] Gli uomini mi dissero: "Coraggio, Enoc, non avere paura. Il Signore eterno ci ha mandati da te ed ecco, tu oggi sali con noi al cielo.
[9] Dì ai tuoi figli e alle genti della tua casa tutto quello che faranno sulla terra e che nella tua casa nessuno ti cerchi, finché il Signore ti abbia fatto ritornare da loro".
[10] Obbedii loro e andai. Chiamai i miei figli Matusalemme e Rigim e raccontai loro tutto ciò che i due uomini mi avevano detto.
II
[1] "Ecco, o figli, non so dove vado né che cosa mi succederà.
[2] E ora, figli miei, non allontanatevi da Dio, camminate davanti al volto del Signore e conservate i suoi giudizi. Non diminuite il sacrificio, vostra salvezza e il Signore non ridurrà il lavoro delle vostre mani. Non private il Signore di doni e il Signore non priverà (voi) delle sue acquisizioni nei vostri granai. Benedite il Signore coi primogeniti delle greggi e dei vostri buoi e sarete benedetti dal Signore nei secoli. Non allontanatevi dal Signore né adorate déi vani che non hanno creato né il cielo né la terra .
[3] Il Signore raffermi i vostri cuori nel timore di lui.
[4] E ora, figli miei, nessuno mi cerchi finché il Signore mi farà ritornare da voi".
III
[1] Accadde che, mentre parlavo ai miei figli, i due uomini mi chiamarono e mi presero sulle loro ali. Mi portarono nel primo cielo e mi posero là.
IV
[1] Condussero davanti al mio volto i capi, signori degli ordini delle stelle, e (questi) mi mostrarono i loro movimenti e i loro spostamenti da un tempo a un altro. Mi mostrarono duecento angeli che dominano sulle stelle e sulle combinazioni celesti .
[2] Là mi mostrarono un mare grandissimo, più (grande) del mare terrestre e gli angeli volavano con le loro ali.
V
[1] Mi mostrarono i depositi delle nevi e dei ghiacci e gli angeli terribili che custodiscono i depositi.
[2] Mi mostrarono là i depositi delle nubi, di dove esse salgono ed escono.
VI
[1] Mi mostrarono i depositi della rugiada, come olio d'oliva, e gli angeli che custodivano i loro depositi e il loro aspetto (era) come ogni fiore della terra.
VII
[1] Quegli uomini mi presero e mi posarono nel secondo cielo. Mi mostrarono degli incatenati, sorvegliati, (colpiti) da un giudizio senza misura.
[2] Là vidi degli angeli condannati che piangevano e dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tormentati?".
[3] Gli uomini mi risposero: "Costoro sono apostati dal Signore, che non ascoltano la voce del Signore, ma che si sono fatti consigliare dalla propria volontà".
[4] Mi afflissi molto su loro. Gli angeli mi si inchinarono e mi dissero: "O uomo di Dio, potessi tu pregare per noi il Signore".
[5] Risposi loro e dissi: "Chi sono io, uomo mortale, per pregare per degli angeli e chi sa dove andrò o che cosa mi succederà o chi pregherà per me?".
VIII
[1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono al terzo cielo e mi posero in mezzo al paradiso. Questo luogo (é) d'una beltà d'aspetto che non si può sapere:
[2] ogni albero (é) ben fiorito, ogni frutto maturo, ogni cibo é sempre in abbondanza, ogni soffio olezzante. Quattro fiumi scorrono con corso tranquillo accanto a ogni giardino che produce ogni specie buona per il nutrimento.
[3] (C'é) l'albero della vita in questo luogo nel quale il Signore si riposa quando entra nel paradiso e quest'albero é indicibile per la bontà del profumo.
[5] (C'é) un altro albero accanto, un ulivo che fa colare continuamente olio.
[7] Ogni albero (é) di buon frutto, là non c'é albero senza frutti e tutto il luogo é benedetto.
[8] Degli angeli custodiscono il paradiso, luminosissimi, con voce incessante, con un dolce canto servono Dio ogni giorno. Io dissi: "Com'é assai piacevole questo luogo!". E gli uomini mi risposero:
IX
[1] "Questo luogo, Enoc, é preparato per i giusti che soffrono avversità nella loro vita, affliggono le loro anime, distolgono i loro occhi dall'ingiustizia, fanno un giudizio giusto, (cioé) danno pane agli affamati, coprono gli ignudi con una veste, rialzano il caduto, aiutano gli offesi, (per coloro) che camminano davanti al volto del Signore e servono lui solo. Per loro é preparato questo luogo in eredità eterna".
X
[1] Quegli uomini mi alzarono di là e mi sollevarono nel settentrione del cielo e là mi mostrarono un luogo assai terribile.
[2] In quel luogo (c'é) ogni tormento e supplizio, tenebre e caligine e là non c'é luce, ma un fuoco oscuro che si riaccende continuamente e un fiume di fuoco che avanza contro tutto questo luogo, (c'é) freddo e gelo,
[3] prigioni e angeli cattivi e crudeli che portano un'arma e tormentano senza pietà.
[4] Dissi: "Com'é assai terribile questo luogo!". Gli uomini mi risposero: "Questo luogo, Enoc, é preparato per gli empii che compiono cose sacrileghe sulla terra, che praticano sortilegi e incantesimi e si gloriano delle loro opere,
[5] che rubano segretamente le anime degli uomini , che legati al giogo lo sciolgono, che con l'ingiustizia si arricchiscono delle proprietà altrui, che hanno fatto morire di fame l'affamato pur potendo saziarlo, e, pur potendo vestirli, hanno spogliato quelli che erano nudi;
[6] che non hanno riconosciuto il loro creatore, ma hanno adorato dei vani , costruendone le immagini e adorando l'opera delle (loro) mani. A tutti questi é preparato questo luogo in possesso eterno".
XI
[1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi alzarono nel quarto cielo e là mi mostrarono tutti i movimenti e gli spostamenti e tutti i raggi della luce del sole e della luna.
[2] Misurai il loro moto e confrontai la loro luce. E vidi: il sole ha una luce sette volte maggiore della luna. La loro orbita e il carro sul quale viaggia ciascuno di essi (sono) come vento che va. Non hanno riposo, giorno e notte vanno e ritornano.
[3] Quattro grandi stelle pendono a destra del carro del sole, quattro a sinistra (e) vanno col sole eternamente.
[4] Angeli vanno davanti al carro del sole,
XII
[1] spiriti volanti . [2] Dodici ali ha ciascun angelo che tira il carro del sole, portando la rugiada e il calore quando il Signore comanda di scendere sulla terra [3] coi raggi del sole.
XIII
[1] Gli uomini mi portarono verso l'oriente del cielo e mi mostrarono le porte attraverso le quali il sole sorge secondo i tempi fissati e secondo i circuiti della luna di tutto l'anno e secondo la diminuzione e l'allungamento dei giorni e delle notti:
[2] sei porte grandi, una (delle quali é) aperta, (a una distanza) di trenta stadii. Misurai con cura la loro grandezza e non potei comprendere la loro grandezza.
[3] Attraverso (le porte) per le quali sorge, il sole va verso occidente. Attraverso la prima porta esce per 42 giorni, per la seconda per 35 giorni, per la terza per 35 giorni, per la quarta per 35 giorni, per la quinta per 35 giorni, per la sesta per 42 giorni.
[4] E di nuovo, ritornando per la sesta porta secondo il giro del tempo, sorge per la quinta porta per 35 giorni, per la quarta porta per 35 giorni, per la terza porta per 35 giorni, per la seconda per 35 giorni
[5] e i giorni dell'anno terminano secondo il ritorno delle stagioni.
XIV
[1] Gli uomini mi sollevarono all'occidente del cielo e là mi mostrarono sei porte grandi, aperte, in corrispondenza del cerchio di quelle orientali opposte, per le quali tramonta il sole in corrispondenza del suo sorgere per le porte orientali e secondo il numero dei giorni.
[2] Così tramonta attraverso le porte occidentali e quando esce dalle porte occidentali quattro angeli prendono la sua corona e la portano al Signore
[3] e il sole volge il suo carro e va senza luce. E di nuovo là gli mettono la corona.
XV
[3] Questo é il calcolo che mi mostrarono del sole e delle porte per le quali entra ed esce. Il Signore, infatti, che ha fatto queste porte, fa del sole l'orologio dell'anno.
XVI
[1] Della luna mi mostrarono un altro calcolo. Gli uomini mi mostrarono tutti i suoi movimenti e tutte le sue orbite e mi indicarono le sue porte: mi mostrarono dodici porte verso oriente in circolo e dodici porte simili verso occidente in circolo per le quali la luna sorge ed esce secondo i tempi abituali:
[2] attraverso la prima porta verso oriente per 31 giorni sicuramente e per la seconda per 35 giorni sicuramente e per la terza per 31 giorni eccezionalmente 2-3 e per la quarta per 30 giorni sicuramente e per la quinta per 31 giorni straordinariamente e per la sesta per 31 giorni sicuramente, per la settima 30 giorni sicuramente, per l'ottava per 31 giorni straordinariamente e per la nona per 31 giorni esattamente e per la decima per 30 giorni sicuramente, per l'undicesima per 31 giorni eccezionalmente , per la dodicesima porta (sorge) per 22 giorni sicuramente.
[3] E così anche per le porte occidentali secondo il circuito e secondo il numero delle porte orientali.
[4] Così entra anche per le porte occidentali e compie l'anno in 364 giorni.
[6] Va nell'anno con quattro giorni eccezionali. Per questo sono tolti fuori dal cielo e dall'anno e non vengono contati nel numero dei giorni perché eccedono i tempi dell'anno, due nuove lune (nella direzione) della (luna) piena (e) due altre (nuove lune nella direzione) della sua diminuzione.
[7] Quando ha terminato le porte d'occidente e ritorna, va in quelle d'oriente con la sua luce. Così va giorno e notte in cerchio, la sua orbita é simile al cielo e il carro sul quale sale (é) un vento che va e trascinano il suo carro spiriti volanti; ciascun angelo (ha) sei ali.
[8] Questo é il calcolo della luna.
XVII
[1] In mezzo al cielo vidi una milizia armata che serviva Dio con timpani e con strumenti con una voce incessante e mi dilettai ascoltando.
XVIII
[1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono al quinto cielo. Là vidi una numerosa milizia, gli Egrigori, il loro aspetto (era) come un aspetto umano, la loro grandezza maggiore (di quella) di giganti grandi
[2] e i loro visi tristi e le loro bocche silenziose. Non c'era servizio che avesse luogo al quinto cielo. Dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tristissimi e i loro visi sono afflitti e le loro bocche silenziose e non c'é servizio in questo cielo?".
[3] Gli uomini mi risposero: "Questi sono gli Egrigori che da sè si sono separati, due prìncipi e duecento hanno camminato al loro sèguito
[4] e sono discesi sulla terra e hanno infranto la promessa sul dorso del monte Hermon
[5] per insozzarsi con le donne degli uomini
[6] e dopo essersi insozzati il Signore li ha condannati. Questi piangono sui loro fratelli e sull'oltraggio (fatto) loro".
[7] Io dissi agli Egrigori: "Io ho visto i vostri fratelli e ho conosciuto le loro azioni e so le loro preghiere e ho pregato per loro. Ecco, il Signore li ha condannati (a stare) sotto la terra finché finiranno i cieli e la terra;
[8] perché aspettate i vostri fratelli e non siete a servire (davanti) al volto del Signore? Riprendete i servizi di prima, servite (davanti) al volto del Signore per timore di irritare il Signore Dio vostro (così da) precipitarvi da questo luogo".
[9] Ascoltarono il conforto del mio ammonimento e si disposero in quattro ordini nel cielo. Ed ecco, mentre io stavo (là) quattro trombe risuonarono insieme e gli Egrigori si misero a servire come con una sola voce e la loro voce salì al volto del Signore.
XIX
[1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi fecero salire al sesto cielo. Là vidi sette angeli radunati , brillanti e gloriosi molto e i loro visi risplendevano come un raggio di sole; non c'é differenza di viso o di dimensione o di variazione dei vestiti.
[2] Questi regolano, insegnano il buon ordine del mondo, il corso delle stelle, del sole e della luna
[3] agli angeli che li guidano e agli angeli dei cieli e mettono armonia in tutta la vita celeste. Regolano anche i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e ogni lode di gloria.
[4] (Ci sono) angeli che sono sopra le stagioni e gli anni, angeli che (sono) sui fiumi e sui mari, angeli che (sono) sui frutti e l'erba e tutto ciò che ferve (di vita)
[5] e angeli di tutti i popoli. Essi regolano tutta la vita e (la) scrivono davanti al volto del Signore.
[6] In mezzo a loro (ci sono) sette Fenici, sette Cherubini e sette (angeli) con sei ali che risuonano l'un l'altro con una sola voce e cantano l'un l'altro. Non é possibile raccontare il loro canto e il Signore gioisce di quelli che sono sotto i suoi piedi.
XX
[1] Gli uomini mi alzarono di là e mi sollevarono al settimo cielo. Là vidi una grande luce e tutte le milizie di fuoco degli angeli incorporei e gli Ofanim che stavano brillanti ed ebbi paura e tremai.
[2] Gli uomini mi misero in mezzo a loro ed essi mi dissero: "Coraggio, Enoc, non temere".
[3] Mi mostrarono da lontano il Signore seduto sul suo trono . Tutte le milizie celesti, radunate per gradi, avanzando, s'inchinavano al Signore
[4] e di nuovo si allontanavano e andavano al loro posto in gioia e in letizia in una luce senza misura . (C'erano) i Gloriosi che lo servivano,
XXI
[1] non scostandosi di notte, né allontanandosi di giorno, (ma) stando davanti al volto del Signore, facendo la sua volontà. Tutte le milizie dei Cherubini (stavano) intorno al suo trono, senza scostarsi e (gli angeli) con sei ali coprivano il suo trono, cantando davanti al volto del Signore.
[2] Mentre vedevo tutto questo, i due uomini si allontanarono da me e non li vidi più. Mi lasciarono solo all'estremità del cielo ed ebbi paura e caddi sul mio volto.
[3] Il Signore mi mandò uno dei suoi Gloriosi, Gabriele ed egli mi disse: "Coraggio, Enoc, non temere. Alzati e vieni con me e sta davanti al volto del Signore nei secoli".
[4] Gli risposi e gli dissi: "Ahimé, signore, la mia anima si é ritirata da me per il timore . Chiamami gli uomini che mi hanno portato fino a questo luogo perché in loro avevo confidenza e con loro andrò davanti al volto del Signore".
[5] Gabriele mi sollevò come una foglia sollevata dal vento e mi trascinò e mi pose davanti al volto del Signore.
XXII
[1] Vidi il Signore, il suo volto potente e gloriosissimo e terribile.
[2] Chi sono io per raccontare l'estensione dell'essenza del Signore e il suo volto potente e assai terribile e il suo coro dai molti occhi e dalle molte voci e il trono grandissimo, fatto senza mani, del Signore o coloro che stanno intorno a lui, la milizia dei Cherubini e dei Serafini o l'immutabile e indicibile
[3] suo glorioso servizio che non tace?
[4] Caddi prono e adorai il Signore.
[5] Il Signore mi chiamò con la sua bocca: "Coraggio, Enoc, non temere, alzati e sta davanti al mio volto nei secoli". [6] Michele, il grande arcangelo del Signore mi rialzò e mi condusse davanti al volto del Signore. Il Signore mise alla prova i suoi servi e disse loro: "Enoc salga per stare davanti al mio volto nei secoli". [7] I Gloriosi s'inchinarono e dissero: "Salga!".
[8] Il Signore disse a Michele: "Prendi Enoc e spoglialo delle vesti terrene e ungilo di olio benedetto e rivestilo di vesti di gloria".
[9] Michele mi spogliò delle mie vesti e mi unse di olio benedetto. L'aspetto dell'olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento (era) come una rugiada benefica, il suo profumo come di mirra e i suoi raggi come quelli del sole.
[10] Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c'era differenza d'aspetto. Il Signore chiamò Vereveil uno dei suoi arcangeli che era abile a scrivere tutte le opere del Signore.
[11] Il Signore disse a Vereveil: "Prendi dei libri dai depositi e consegna un calamo a Enoc e dettagli i libri". Vereveil si affrettò e mi portò dei libri screziati di smirnio e mi consegnò un calamo dalla sua mano.
XXIII
[1] Mi diceva tutte le opere del cielo e della terra e del mare e i movimenti e le vite di tutti gli elementi e il cambiamento degli anni e i movimenti e le modificazioni dei giorni e i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e le salite delle nubi e le uscite dei venti
[2] e ogni lingua dei canti delle milizie armate. Tutto ciò che conviene imparare
[3] Vereveil me l'espose in trenta giorni e in trenta notti e la sua bocca non tacque di parlare. Io non mi riposai trenta giorni e trenta notti, scrivendo tutti i segni
[4] e quando ebbi finito, Vereveil mi disse: "Siediti, scrivi tutto ciò che ti ho esposto".
[6] Mi sedetti il doppio di trenta giorni e trenta notti e scrissi (tutto) esattamente e composi 360 libri.
XXIV
[1] Il Signore mi chiamò e mi mise alla sua sinistra più vicino di Gabriele e io adorai il Signore.
[2] Il Signore mi disse: "Tutto ciò che hai visto, o Enoc, (ciò) che sta (fermo) e che si muove e che é stato compiuto da me, io te lo spiegherò prima che tutto (ciò) fosse all'inizio, tutto ciò che ho creato dal non essere all'essere e dall'invisibile al visibile.
[3] Neppure ai miei angeli ho spiegato il mio segreto, né ho raccontato loro la loro composizione né hanno conosciuto la mia creazione infinita e inconoscibile e io a te la spiego oggi.
[4] Prima che fossero tutte le cose visibili, si aprì la luce e io in mezzo alla luce passavo come uno degli invisibili , come il sole (che) va dall'oriente all'occidente e dall'occidente all'oriente.
[5] Il sole troverà riposo, ma io non trovai riposo, perché tutte le cose erano senza formazione. Avendo meditato di porre un fondamento per fare una creazione visibile,
XXV
[1] diedi ordine nelle profondità che una delle cose invisibili salisse visibile. Uscì Adoil, grandissimo assai e lo guardai ed eccolo che aveva nel ventre il grande secolo.
[2] Io gli dissi: "Liberati, Adoil, e sia visibile ciò che nasce da te". Egli si liberò
[3] e da lui uscì il gran secolo, così portando tutta la creazione che io volevo fare. Vidi che (era) bene
[4] e posi per me un trono e mi sedetti su di esso. Alla luce dissi: "Tu sali più in alto e solidificati, sii il fondamento delle cose dell'alto"
[5] e al di sopra della luce non c'é nient'altro. Alzatomi dal mio trono guardai
XXVI
[1] e chiamai una seconda volta nelle profondità e dissi: "Esca fuori, visibile , una cosa dura dalle cose invisibili". Uscì Aruchaz, duro, pesante e molto nero.
[2] Vidi che era adatto
[3] e gli dissi: "Tu scendi in basso e solidificati e diventa la fondazione delle cose del basso". Scese e si solidificò e divenne il fondamento delle cose del basso. Non c'é sotto la tenebra nient'altro.
XXVII
[1] Avvolto l'etere di luce,
[2] l'addensai
[3] e l'estesi al di sopra della tenebra.
XXVIII
[2] Dalle acque consolidai grandi pietre, alle onde dell'abisso ordinai di seccare sulla terra ferma
[3] e chiamai abisso ciò che ricadde.
[4] Raccolto il mare in un solo luogo, lo legai con un giogo. Diedi tra la terra e il mare un confine eterno: non sarà spezzato dalle acque. Fissai il firmamento e lo fondai al di sopra delle acque.
XXIX
[1] Per tutte le milizie celesti formai dalla grande luce il sole e lo posi nel cielo affinché risplenda sulla terra.
[3] Dalle pietre feci scaturire un gran fuoco e dal fuoco creai tutte le milizie incorporee e tutte le milizie delle stelle e i Cherubini e i Serafini e gli Ofanim e tutto questo lo feci scaturire dal fuoco.
(Recensione A) [1] Il mio occhio: acqua e fuoco convivono nella folgore che si produsse dallo sguardo di Dio rivolto verso ciò che é duro.
[4] Uno... degli arcangeli: é Satanaele. Cfr. XVIII, . Il suo primo peccato consistette nel volersi fare grande come Dio.
[5] lo cacciai... nell'aria: cfr. XXXI, . Vedi inoltre Test. Ben., III, e Ef., II,, VI,. Il cap. XXIX in R suona:
"[1] Per tutte le milizie celesti formai una natura di fuoco. Il mio occhio guardò verso la pietra dura e molto rude e dal lampo del mio occhio la folgore ricevette una natura acquosa e fuoco nell'acqua e acqua nel fuoco
[2] né questa spegne quello né quello secca questa. Per questo la folgore é più penetrante e più brillante dello splendore del sole, e acqua molle é più dura della pietra rude.
[3] Dalla pietra feci scaturire un gran fuoco e dal fuoco creai gli ordini delle milizie incorporee, una miriade di miriadi di angeli e le loro armi di fuoco e le loro vesti (come) una fiamma che brucia e ordinai che ciascuno stesse nel suo ordine. [4] Uno, dell'ordine degli arcangeli, defezionando con l'ordine che era sotto di lui, concepì il pensiero impossibile di porre il suo trono più in alto delle nubi (che sono) sopra alla terra, per essere uguale alla mia potenza.
[5] Io lo ricacciai dall'alto con i suoi angeli ed egli volava [lett. "era volante"] eternamente nell'aria sopra l'abisso.
[6] Creai così tutti i cieli e (questo) fu il terzo giorno".
XXX
[1] Alla terra ordinai di far crescere ogni albero e ogni monte e ogni erba che fa seme e ogni seme seminato . Prima di creare le anime viventi, avevo preparato loro il cibo.
[7] Al mare comandai di far nascere i suoi pesci e ogni rettile che striscia sulla terra e ogni uccello che vola.
[8] Quando ebbi finito tutto, comandai alla mia Sapienza di creare l'uomo.
XXXIII
[3] Ora, Enoc, tutto ciò che ti ho spiegato e tutto ciò che hai visto nei cieli e tutto ciò che hai visto sulla terra e tutto ciò che hai scritto nei libri, tutto questo ho escogitato di crearlo con la mia sapienza. L'ho creato dal fondamento in basso fino a quello in alto e fino alla loro fine. [4] Non c'é consigliere né continuatore, (sono) io solo eterno, non creato con le mani; il mio pensiero immutabile é il mio consigliere, la mia parola é atto e i miei occhi contemplano tutto. Se guardo il tutto, allora é stabile , ma se volgo via il mio volto, allora tutto si distrugge. [5] Presta attenzione, Enoc, e conosci chi ti parla. Prendi i libri che hai scritto, [6] io ti do Semeil e Rasuil che ti hanno fatto salire da me e scendi sulla terra e spiega ai tuoi figli tutto ciò che ti ho detto e tutto ciò che hai visto dal cielo più basso fino al mio trono. [7] Tutte le milizie sono io che le ho create , non c'é chi si opponga a me o che non si sottometta e tutti si sottomettono alla mia autocrazia e servono il mio unico potere. [8] Consegna loro i libri scritti dalla tua mano ed essi li leggeranno e conosceranno il creatore di tutte le cose e comprenderanno essi pure che non c'é un altro all'infuori di me [9] e distribuiranno i libri scritti dalla tua mano ai figli e i figli ai figli e da parente a parente e da generazione a generazione. [10] Poiché io ti darò un intercessore, Enoc, il mio arcistratega Michele; perché lo scritto della tua mano e lo scritto della mano dei tuoi padri, Adamo e Seth [11] non saranno distrutti fino al secolo ultimo, perché io ho comandato ai miei angeli Arioch e Marioch, [12] che ho posto sulla terra per custodirla e comandare alle cose temporali, di conservare lo scritto della mano dei tuoi padri affinché non perisca nel diluvio futuro che io farò nella tua stirpe.
XXXIV
[1] Io conosco la malvagità degli uomini (so) che non sopporteranno di prendere il giogo e che non seminano i semi che ho dato loro, ma che hanno rifiutato il mio giogo e che prenderanno un altro giogo e semineranno semi vuoti e adoreranno déi vani e rifiuteranno la mia autocrazia e che tutta la terra sarà gravata di iniquità e di ingiustizie e [2] di adulterii e di idolatrie. [3] Allora porterò il diluvio sulla terra e la terra stessa sarà distrutta in un grande pantano.
XXXV
[1] Lascerò un uomo giusto della tua tribù con tutta la sua casa, che agirà secondo la mia volontà e dal loro seme nascerà un'altra generazione in seguito, numerosa e molto insaziabile . [2] Allora nel corso di questa generazione appariranno i libri scritti dalla mano tua e (da quella) dei tuoi padri, perché i guardiani della terra li mostreranno agli uomini di fede [3] ed essi li spiegheranno a questa generazione ed essi saranno glorificati in sèguito più che prima.
XXXVI
[1] Ora, Enoc, ti do un termine di attesa, trenta giorni da passare nella tua casa per parlare ai tuoi figli da parte mia e ai tuoi familiari; e tutti quelli che conservano il loro cuore, leggano e comprendano che non c'é un altro all'infuori di me. [2] Tra trenta giorni manderò gli angeli da te ed essi ti prenderanno dalla terra e dai tuoi figli (per portarti) da me e tutto ciò che é secondo la volontà del Signore.
XXXVII
"[1] Il Signore chiamò uno dei suoi angeli capi, terribile e minaccioso e lo pose accanto a me. L'aspetto di quest'angelo (era) bianco come la neve, le sue mani (erano) ghiaccio, con l'aspetto di chi ha un gran freddo. Raffreddò il mio volto perché non sopportavo il terrore del Signore, come non é possibile sopportare il fuoco della fornace e il calore del sole e il gelo dell'aria. [2] Il Signore mi disse "Enoc, se il tuo volto non si raffredda qui, nessun uomo può guardare il tuo volto"".
XXXVIII
"[1] Il Signore disse a quegli uomini che mi avevano fatto salire prima: "Enoc scenda sulla terra con voi e attendetelo fino al giorno fissato [2] Mi posero di notte sul mio letto. [3] Matusalemme aspettava la mia venuta, montando la guardia giorno e notte presso il mio letto e fu terrorizzato quando udì il mio arrivo. Gli dissi che si radunasse tutta la gente della mia casa. Io dissi loro"
XXXIX
[1] E tutto ciò che é secondo la volontà del Signore . [2] Io infatti sono stato mandato dalla bocca del Signore da voi, per dirvi tutto ciò che é e tutto ciò che sarà fino al giorno del giudizio. [3] Ed, ora, miei figli, non dalla mia bocca vi parlo oggi, ma dalla bocca del Signore che mi ha mandato da voi. Voi infatti udite le mie parole dalla mia bocca di uomo creato uguale a voi, ma io le ho udite dalla bocca di fuoco del Signore, poiché la bocca del Signore (é) una fornace di fuoco e le sue parole una fiamma che esce. Voi, miei figli, vedete il mio volto di uomo creato simile a voi, io ho visto il volto del Signore come ferro arroventato dal fuoco che getta scintille. [4] Voi, infatti, guardate gli occhi di un uomo creato uguale a voi, io ho guardato gli occhi del Signore come raggi del sole che brilla, che atterriscono gli occhi dell'uomo. [5] Voi, figli, vedete la mia destra che vi fa segno, di uomo creato uguale a voi, io ho visto che mi faceva segno la destra del Signore, che riempie il cielo. [6] Voi vedete l'estensione del mio corpo simile al vostro, io ho visto l'estensione del Signore incommensurabile e incomparabile, che non ha fine. [7] Voi udite le parole della mia bocca, io ho udito le parole del Signore come un grande tuono in un'incessante agitazione di nubi. [8] Ora, miei figli, ascoltate il discorso su un re della terra. E' terribile e pericoloso stare davanti al volto di un re della terra, spaventoso e molto pericoloso, perché la volontà di un re é morte e la volontà di un re é vita. Stare davanti al volto del re dei re, chi ne sosterrà lo spavento infinito o (quello della) grande bruciatura?
XXXVII
[1] Ma il Signore chiamò dai suoi angeli capi uno terribile (e) lo pose accanto a me e l'aspetto di quest'angelo (era) neve e le sue mani ghiaccio ed egli raffreddò il mio volto, poiché non sopportavo il terrore della bruciatura del fuoco [2] ed é così che il Signore mi parlò tutte le sue parole.
XL
[1] Ora dunque, o miei figli, io conosco tutte le cose, alcune dalla bocca del Signore, le altre le hanno viste i miei occhi, dal principio alla fine e dalla fine al ritorno. [2] Io conosco tutto e ho scritto nei libri le estremità dei cieli e ciò che li riempie, io ho misurato i loro movimenti e io conosco le loro milizie, io ho compiuto (il conto) delle stelle, grande moltitudine senza numero . [3] Quale uomo concepirà i circuiti dei loro cambiamenti o i loro movimenti o i loro ritorni o le loro guide o coloro che sono guidati? Neppure gli angeli conoscono il loro numero, io ho scritto i loro nomi. [4] Ho misurato il cerchio del sole e ho contato i suoi raggi e le sue entrate e le sue uscite e tutti i suoi movimenti (e) ho scritto i loro nomi. [5] Ho misurato il cerchio della luna e i suoi movimenti per ogni giorno e la decrescenza della sua luce per ogni giorno e ora [...] e ho scritto i loro nomi . [8] Le abitazioni delle nubi e le loro bocche e le loro ali e le loro piogge e le loro gocce io le ho investigate [9] e ho scritto il rombo del tuono e la meraviglia del lampo. Mi hanno mostrato i loro guardiani, le loro salite attraverso le quali salgono con misura: con una briglia si alzano e con una briglia si abbassano, affinché con greve violenza non lacerino le nubi e facciano perire ciò che (c'é) sulla terra. [10] Io ho scritto i depositi delle nevi e i magazzini dei ghiacci e ogni spirito del freddo. Io ho osservato come a (certe) epoche i loro custodi riempiano le nubi e i depositi non si vuotino. [11] Io ho scritto le camere dei venti, io ho guardato e visto come i loro guardiani portano bilance e misure. Prima li mettono sulla bilancia, poi nella misura e con misura li lasciano andare su tutta la terra, affinché non scuotano la terra con un soffio violento. [12] Di là fui fatto scendere e giunsi nel luogo del giudizio e vidi l'inferno aperto [13] e vidi là un campo come una prigione, un giudizio senza misura. Scesi e scrissi tutti i giudizi dei giudicati e conobbi tutti i loro interrogatorii.
XLI
[1] Sospirai e piansi sulla rovina degli empii [2] e dissi nel mio cuore: "Beato colui che non é nato o che nato non ha peccato davanti al volto del Signore, perché non venga in questo luogo, né porti il giogo di questo luogo".
XLII
[1] Vidi i custodi delle chiavi dell'inferno, che stavano presso porte grandissime, i loro volti (erano) come (quelli) di grandi vipere, i loro occhi come lampade spente e i loro denti denudati fino al loro petto. [2] Dissi loro in viso: "Volesse il cielo che non vi avessi visto, né avessi contemplato le vostre azioni e che nessuno della mia stirpe venisse da voi!". [3] Di là salii nel paradiso dei giusti e là vidi un luogo benedetto e ogni creatura (é) benedetta, tutti vivono in gioia e in [5] letizia e in una luce senza misura e nella vita eterna. [6] Allora dissi, miei figli, e ora lo dico a voi: "Beato colui che teme il nome del Signore e che servirà per sempre davanti al suo volto e disporrà i doni, offerte di vita e vivrà la vita e morirà. [8] Beato colui che farà un giudizio giusto, (che) vestirà l'ignudo con la (sua) veste e all'affamato darà pane. [9] Beato chi giudicherà con un giudizio giusto l'orfano e la vedova e aiuterà ogni vittima dell'ingiustizia. [10] Beato colui che si trarrà indietro dalla via del cambiamento e che cammina per le vie diritte . [11] Beato chi semina i semi della giustizia, perché li mieterà al settuplo. [12] Beato colui nel quale é la verità e (che) dice la verità al prossimo. [13] Beato colui che ha sulle labbra la pietà e la dolcezza . [14] Beato colui che comprenderà le opere del Signore e lo glorificherà e a causa delle sue opere riconoscerà l'artefice".
XLIII
[1] Ecco, miei figli, io, sperimentando le cose dirette sulla terra, le ho scritte. Io ho messo insieme tutto l'anno e dall'anno ho calcolato i mesi e dal mese ho contato i giorni e dal giorno ho contato le ore. Io ho misurato e notato le ore e distinto ogni seme sulla terra; e ogni misura e ogni bilancia giusta le ho misurate ed esaminate come mi ha ordinato il Signore e in queste cose ho trovato differenza. [2] Un anno é più stimabile di un (altro) anno e un giorno di un (altro) giorno e un'ora di un'(altra) ora. Così un uomo e più stimabile di un (altro) uomo, uno a causa di un grande patrimonio, l'altro a causa della saggezza del cuore , l'altro a causa dell'intelligenza e dell'abilità e del silenzio delle labbra. [3] Ma non c'é nessuno più grande di chi teme il Signore: coloro infatti che temono il Signore saranno gloriosi nei secoli.
XLIV
[1] Il Signore ha creato l'uomo con le sue mani e a somiglianza del suo volto, piccolo e grande il Signore l'ha fatto. [2] Chi oltraggia il volto dell'uomo, oltraggia il volto del Signore , chi ha ripugnanza del volto dell'uomo, ha ripugnanza del volto del Signore, chi disprezza il volto dell'uomo, disprezza il volto del Signore. [3] Collera e giudizio grande (per) chi sputa sul volto dell'uomo. [4] Beato chi dirigerà il suo cuore verso ogni uomo, così da aiutare chi é giudicato e così da sostenere chi é spezzato e così da donare a chi ha bisogno, [5] perché nel giorno del grande giudizio ogni opera dell'uomo sarà rinnovata dallo scritto. Beato colui la cui misura sarà giusta e il peso giusto e le bilance giuste, perché nel giorno del grande giudizio ogni misura e ogni peso e ogni bilancia saranno esposti come sul mercato e ciascuno riconoscerà la sua misura e secondo questa riceverà la mercede.
XLV
[1] Colui che affretterà l'offerta davanti al volto del Signore, il Signore affretterà le sue acquisizioni. [2] (A) colui che moltiplicherà le lampade davanti al volto del Signore, il Signore moltiplicherà i suoi granai . [3] Forse che il Signore ha bisogno di pane o di candela o di montone o di bue? Ma con questo il Signore mette alla prova il cuore dell'uomo.
XLVI
[3] Perché allora il Signore manderà la sua grande luce e in essa avverrà il giudizio, e chi, là, sarà nascosto?
XLVII
[1] E ora, miei figli, ponete la riflessione nei vostri cuori e prestate orecchio alle parole di vostro padre, a tutto ciò che vi annuncio da (parte della) bocca del Signore. [2] Prendete questi libri, libri scritti dalla mano di vostro padre e leggeteli: e in essi conoscete le opere del Signore: [3] che non c'é (un altro) all'infuori del Signore solo, [4] il quale ha posto i fondamenti sull'incerto, ha teso i cieli sull'invisibile [5] ha posto la terra sulle acque, fondandola sull'instabile, che ha fatto da solo la creazione innumerevole. Chi ha contato la polvere della terra o la sabbia del mare o le gocce delle nubi? [6] Che ha congiunto la terra e il mare con legami indissolubili, che ha fatto scaturire dal fuoco la bellezza inconcepibile delle stelle e ne ha ornato il cielo,
 
XLVIII
[5] che dall'invisibile ha creato tutte le cose visibili, essendo egli stesso invisibile. [6] Distribuite questi libri ai vostri figli e i figli ai figli e a tutti i vostri parenti [7] e in tutte le vostre generazioni che hanno la saggezza di temere il Signore ed essi li accoglieranno e (ciò) sarà loro gradito più di ogni buon cibo e li leggeranno e si attaccheranno ad essi, [8] mentre gli insipienti che non conoscono il Signore non li accoglieranno, ma li respingeranno, perché il loro giogo sarà loro pesante. [9] Beato chi porterà il loro giogo e lo stringerà, perché lo troverà nel giorno del grande giudizio.
XLIX
[1] Poiché io vi giuro, o miei figli, [2] che prima ancora che l'uomo fosse, é stato preparato per lui un luogo di giudizio e che la bilancia e il peso secondo il quale l'uomo [3] sarà esaminato, sono stati là preparati in anticipo.
L
[1] Io metterò per iscritto l'opera di ogni uomo e nessuno può sottrarvisi . [2] Ora, dunque, figli miei, trascorrete nella pazienza e nella dolcezza il numero dei vostri giorni, affinché ereditiate il secolo futuro bis senza fine. [3] Ogni colpo e ogni ferita e bruciatura e ogni parola cattiva [4] se vi vengono addosso a causa del Signore, sopportateli, e pur potendo darli in restituzione, non restituiteli al prossimo , perché é il Signore che restituisce ed egli vi sarà di vendicatore nel giorno del grande giudizio . [5] Perdete l'oro e l'argento per il vostro fratello, per ricevere un tesoro pieno nel giorno del giudizio . [6] All'orfano e alla vedova tendete le vostre mani e secondo le vostre forze aiutate il misero ed essi si troveranno come riparo al tempo della prova.
LI
[3] Ogni giogo triste e pesante, se viene su di voi a causa del Signore, sopportatelo e così troverete la vostra mercede nel giorno del giudizio. [4] Al mattino e a mezzogiorno e alla sera del giorno é buona cosa andare nella casa del Signore a glorificare il creatore di tutte le cose.
LII
[1] Beato chi apre il suo cuore alle lodi e loda il Signore . [2] Maledetto chi apre il suo cuore all'insulto e alle calunnie contro il prossimo. [3] Beato chi apre la sua bocca, benedicendo e glorificando il Signore. [4] Maledetto chi apre la sua bocca per la maledizione e la bestemmia al volto del Signore. [5] Beato chi glorifica tutte le opere del Signore. [6] Maledetto chi insulta la creazione del Signore. [7] Beato chi considera le fatiche delle sue mani per innalzarle. [8] Maledetto chi mira a cancellare le fatiche degli altri. [9] Beato chi conserva i fondamenti degli antichi padri, [10] maledetto chi distrugge le regole e i limiti dei suoi padri. [11] Benedetto chi pianta la pace , [12] maledetto chi abbatte coloro che sono in pace . [13] Benedetto chi dice: pace e che ha la pace . [14] Maledetto chi dice: pace e non c'é pace nel suo cuore. [15] Tutto questo si svelerà sulla bilancia e nei libri nel giorno del giudizio terribile.
LIII
[1] Ora dunque, o miei figli, preservate i vostri cuori da ogni ingiustizia; sulla bilancia ereditate la luce nei secoli . Non direte, miei figli: "(Nostro) padre é con il Signore e intercederà per noi per il (nostro) peccato". [2] Vedete che tutte le opere di ogni uomo io le scrivo [3] e nessuno può distruggere lo scritto della mia mano, perché il Signore vede tutto . [4] Ora dunque, miei figli, prestate orecchio a tutte le parole di vostro padre, a tutto quello che io vi dico
LIV
[1] affinché vi siano in eredità di riposo. E i libri che vi ho dato, non nascondeteli, (ma) spiegateli a tutti quelli che lo vogliono, per vedere se riconosceranno le opere del Signore.
LV
[1] Poiché, ecco, figli miei, si avvicina il giorno del termine e il tempo fissato (mi) costringe e gli angeli che vanno con me stanno davanti al mio volto [2] e io domani salirò al cielo più alto, mia eredità eterna. [3] Per questo vi comando, miei figli, di fare ogni buona volontà (davanti) al volto del Signore.
LVI
[1] Matusalemme rispose a suo padre Enoc: "Che cosa gradito ai tuoi occhi, padre, che prepariamo cibi davanti al tuo volto, affinché tu benedica le nostre case e i tuoi figli e tutta la gente della tua casa? Tu glorificherai il tuo popolo e così poi partirai". [2] Enoc rispose a suo figlio e disse: "Ascolta, figlio, da quando il Signore mi ha unto dell'olio della sua gloria, non c'é stato cibo in me, né il cibo m'é gradito, né ho voglia di cibo terrestre.
LVII
[1] Ma chiama i tuoi fratelli e tutta la gente della nostra casa e gli anziani del popolo, affinché io parli con loro e parta" . [2] Matusalemme si affrettò e chiamò i suoi fratelli Regim e Ariim e Achazuchan e Charimion e tutti gli anziani del popolo e li condusse davanti al volto di suo padre Enoc e si inchinarono a lui. Enoc li accolse e li benedisse e rispose loro dicendo:
LVIII
[1] "Ascoltate, o figli. Ai giorni di vostro padre Adamo, il Signore scese sulla terra a visitare essa e tutta la sua creazione che egli stesso aveva creato. [2] Il Signore chiamò tutti gli animali della terra e ogni rettile della terra e tutti gli uccelli alati e li condusse davanti al volto di vostro padre Adamo, affinché desse nomi a tutti sulla terra . [3] Il Signore li lasciò accanto a lui e sottomise a lui tutto come inferiore, al secondo posto, avendolo reso sordo per tutta sottomissione e obbedienza all'uomo . Poiché egli ha fatto l'uomo signore di tutti i suoi possedimenti: [4] su di loro non vi sarà giudizio per ogni anima vivente, ma per l'uomo solo. [5] Per tutte le anime degli animali nel grande secolo c'é un solo posto e un solo recinto e un solo pascolo. [6] Poiché l'anima degli animali che il Signore ha creato, non sarà richiusa fino al giudizio e tutte le anime accusano l'uomo. Chi pascola male l'anima degli animali commette iniquità verso la propria anima.
LIX
[2] Ma chi conduce un sacrificio di animali puri, é guarigione, egli guarisce la sua anima e chi porta un sacrificio di uccelli puri, é guarigione, guarisce la sua anima. [3] Tutto ciò che voi avete per cibo, legatelo per le quattro zampe, é guarigione, egli guarisce la sua anima. [4] Chi mette a morte ogni animale senza legarlo, é cattivo costume, commette iniquità verso la sua anima. [5] Chi fa del male a un animale in segreto, é cattivo costume, egli commette iniquità verso la sua anima.
LX
[1] Chi fa del male a un'anima umana fa male alla sua anima e non c'é per lui guarigione nei secoli. [2] Chi commette un'uccisione mette a morte la sua anima e non c'é per lui guarigione nei secoli. [3] Chi spinge un uomo nella rete ci resta impigliato lui stesso: non c'é per lui guarigione nei secoli [4] e chi spinge un uomo in giudizio, il suo giudizio non verrà meno nei secoli.
LXI
[1] Ora dunque, o figli miei, astenete il vostro cuore da ogni ingiustizia che il Signore ha in orrore e più ancora da ogni anima vivente, quante ne ha create il Signore . [2] Ciò che un uomo domanda al Signore per la sua anima, così lo faccia per ogni anima viva. Perché nel grande secolo (1 bis) molti rifugi sono preparati per l'uomo, dimore molto buone, dimore cattive senza numero. [3] Beato chi va nelle case benedette, (poiché) nelle cattive non c'é soggiorno. [4] Un uomo, quando mette una parola nel (suo) cuore di portare un dono davanti al volto del Signore e le sue mani non lo fanno, allora il Signore respinge il lavoro delle sue mani ed egli non ottiene nulla . [5] Se le sue mani lo fanno e il suo cuore mormora e non cessa la sofferenza del suo cuore, la sua mormorazione é senza frutto.
LXII
[1] Beato l'uomo che nella sua pazienza porta un dono davanti al volto del Signore, perché troverà ricompensa. [2] Un uomo quando con la sua bocca fissa un termine per portare un dono davanti al volto del Signore e lo fa, allora troverà ricompensa. Ma se adempie la sua parola dopo aver passato il tempo fissato, il suo pentimento non é gradito [3] perché ogni ritardo fa scandalo.
LXIII
[1] Un uomo quando copre chi é nudo e dà pane all'affamato troverà ricompensa, [2] ma se il suo cuore mormora, allora egli fa una perdita e non ci sarà rimunerazione. [3] Quando il povero é sazio e il suo cuore é sprezzante, allora perde tutta la sua opera buona e non otterrà (nulla), [4] perché il Signore detesta ogni uomo sprezzante".
LXIV
[1] Accadde che quando Enoc ebbe parlato ai suoi figli e ai principi del popolo, tutto il suo popolo e tutti i suoi vicini udirono che il Signore chiamava Enoc. Si consultarono tutti dicendo: "Andiamo e salutiamo Enoc". [2] Si radunarono fino a duemila uomini e vennero fino al luogo Azuchan dove c'erano Enoc e i suoi figli [3] e gli anziani del popolo . Salutarono Enoc, [4] dicendo: "Tu, benedetto (davanti) al Signore re eterno, benedici ora il tuo popolo e glorificaci (davanti) al volto del Signore , [5] perché il Signore ti ha scelto per porti (come) colui che toglie i nostri peccati" . [6] Enoc rispose al suo popolo, dicendo:
LXV
[1] "Ascoltate, miei figli: prima che tutte le cose fossero, prima che avesse luogo tutta la creazione, il Signore stabilì il secolo della creazione e dopo questo fece tutta la sua creazione visibile e invisibile [2] e dopo tutto ciò creò l'uomo secondo la sua immagine e mise in lui gli occhi per vedere e le orecchie per udire e il cuore per pensare e la ragione per consigliare . [3] Allora il Signore liberò il secolo a causa dell'uomo e lo divise in tempi [4] e in ore, perché l'uomo mediti i cambiamenti dei tempi e la (loro) fine, l'inizio e la fine degli anni e dei mesi e dei giorni e delle ore e perché calcoli la morte della sua vita. [6] Quando avrà fine tutta la creazione che il Signore ha creato e ogni uomo andrà al grande giudizio del Signore, [7] allora i tempi periranno e non ci saranno più anni, né mesi né giorni e le ore non saranno più contate, [8] ma sorgerà un solo secolo. Tutti i giusti che sfuggiranno al grande giudizio del Signore si uniranno al grande secolo e il secolo insieme si unirà ai giusti e saranno eterni. [9] In essi non ci sarà più fatica né dolore né afflizione né attesa di violenza né pena né notte né tenebra, [10] ma avranno una grande luce per l'eternità e un muro indistruttibile e avranno un grande paradiso , riparo di un soggiorno eterno. [11] Beati i giusti che sfuggiranno al grande giudizio del Signore, perché i (loro) volti risplenderanno come il sole.
LXVI
[1] Or dunque, miei figli, preservate le vostre anime da ogni ingiustizia, da tutto ciò che il Signore ha odiato . [2] Camminate davanti al volto del Signore e servite lui solo e portate ogni offerta davanti al volto del Signore. [4] Poiché se levate lo sguardo al cielo, là c'é il Signore, poiché il Signore ha creato i cieli. Se posate lo sguardo sulla terra e sul mare e pensate alle cose sotterranee, anche là c'é il Signore, perché il Signore ha creato tutte le cose. [5] Nessuna azione sarà nascosta al volto del Signore. [6] Nella pazienza, nella dolcezza e nell'afflizione delle vostre tribolazioni, uscite da questo secolo di sofferenza". Dopo il riassunto della metafisica enochica quello della morale.
LXVII
[1] Mentre Enoc conversava col suo popolo, il Signore mandò tenebre sulla terra e ci fu oscurità e l'oscurità coprì gli uomini che stavano con Enoc. [2] Gli angeli si affrettarono e gli angeli presero Enoc e lo innalzarono nel cielo più alto e il Signore l'accolse e lo pose davanti al suo volto nei secoli. L'oscurità si allontanò dalla terra e ci fu luce [3] e il popolo vide e comprese in che modo Enoc era stato preso e glorificarono Dio e andarono nelle loro case.
LXVIII
[5] Matusalemme e i suoi fratelli, i figli di Enoc, si affrettarono e costruirono un altare nel luogo Azuchan di dove Enoc era stato preso [6] e presero montoni e buoi e li sacrificarono (davanti) al volto del Signore. [7] Chiamarono tutto il popolo che era venuto con loro alla letizia e il popolo portò doni ai figli di Enoc e fecero letizia e gioia per tre giorni.
LXIX
[1] Nel terzo giorno, al tempo della sera, gli anziani del popolo parlarono a Matusalemme, dicendo: "Vieni e sta' (davanti) al volto del Signore e (davanti) al volto del tuo popolo e di fronte all'altare del Signore e sarai glorificato nel tuo popolo". [2] Matusalemme rispose al suo popolo: "Oh, il Signore, Dio di mio padre Enoc, é lui stesso che si innalzerà un sacerdote sul suo popolo". [3] Il popolo attese tutta quella notte nel luogo Azuchan [4] e Matusalemme restò presso l'altare e pregò il Signore e disse: "Signore di tutto il secolo, che sei l'unico, che hai scelto nostro padre Enoc, tu, Signore rivela un sacerdote per il tuo popolo e fa intendere ai cuori di temere la tua gloria e di fare tutto secondo la tua volontà". [5] Matusalemme si addormentò e il Signore gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ascolta, Matusalemme, io sono il Signore, Dio di tuo padre Enoc; ascolta la voce del tuo popolo e sta di fronte a loro e di fronte al mio altare e ti glorificherò di fronte a questo mio popolo per tutti i giorni della tua vita". [6] Matusalemme, levatosi dal suo sonno, benedisse colui che gli era apparso. [7] Gli anziani del popolo si rivolsero il mattino a Matusalemme e il Signore Dio diresse il cuore di Matusalemme ad ascoltare la voce del popolo ed egli disse loro: "Il Signore nostro Dio, ciò che é bene ai suoi occhi, lo faccia su questo suo popolo". [8] Sarsan , Charmis e Zazas e gli anziani del popolo si affrettarono e avvolsero Matusalemme in una veste splendida e misero una corona brillante sul suo capo. [9] Il popolo si affrettò e il popolo condusse montoni e buoi e degli uccelli tutto ciò che é accuratamente scelto, a Matusalemme da sacrificare (davanti) al volto del Signore e di fronte al popolo. [10] Matusalemme salì al luogo di sacrificio del Signore, come la stella del mattino che si alza e tutto il popolo andò al suo sèguito. [11] Matusalemme stette presso l'altare e tutto il popolo intorno all'altare. [12] Gli anziani del popolo, presi i montoni e i buoi, li legarono per le quattro zampe e li posero a capo dell'altare [13] e il popolo disse a Matusalemme: "Prendi il tuo coltello e sgozza questi (animali) accuratamente scelti (davanti) al volto del Signore". [14] Matusalemme tese le sue mani al cielo, invocò il Signore, dicendo: "Ahimé, o Signore! Chi sono io per stare a capo del tuo altare e alla testa di tutto il tuo popolo? [15] Ora, o Signore, Signore, getta lo sguardo sul tuo servo e sulla testa di tutto il tuo popolo e su tutto ciò che é stato accuratamente scelto e dà la grazia al tuo servo di fronte a questo popolo perché comprenda che sei tu che hai stabilito un sacerdote per il tuo popolo". [16] Accadde che, mentre Matusalemme pregava, l'altare fu scosso e il coltello si sollevò dall'altare e il coltello balzò nelle mani di Matusalemme di fronte a tutto il popolo. Tutto il popolo si mise a tremare e glorificò il Signore. [17] Matusalemme fu onorato (davanti) al volto del Signore e di fronte a tutto il popolo da quel giorno. [18] Matusalemme prese e sgozzò tutto ciò che era venuto dal popolo. Il popolo gioì e fu in letizia davanti al volto del Signore e al volto di Matusalemme in quel giorno [19] e poi se ne andarono nelle loro case.
LXX
[1] Matusalemme da quel giorno stette a capo dell'altare e a capo di tutto il popolo. Nel 1480 visitò tutta la terra e ricercò tutti coloro che avevano creduto nel Signore e coloro che avevano cambiato li corresse e li convertì e non si trovò un uomo che si allontanasse dal volto del Signore per tutti i giorni che visse Matusalemme. [2] Il Signore benedisse Matusalemme ed ebbe benevolenza per i suoi sacrifici e per i suoi doni e per tutto il servizio che egli servì (davanti) al volto del Signore. [3] Dopo il termine dei giorni di Matusalemme, il Signore gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ascolta, Matusalemme, io sono il Signore , Dio di tuo padre Enoc. Voglio che tu sappia che sono finiti i giorni della tua vita e si é avvicinato il giorno del tuo riposo. [4] Chiama Nir il secondo figlio di tuo figlio Lamech e rivestilo delle tue vesti sacre e lo porrai presso il mio altare e gli dirai tutto ciò che gli avverrà nei suoi giorni. Perché si avvicinano i tempi della distruzione di tutta la terra e di ogni uomo e di tutto ciò che si muove sulla terra. [5] Poiché nei suoi giorni ci sarà un grande disordine sulla terra, perché l'uomo é diventato invidioso del suo prossimo e popolo si scaglierà contro popolo e nazione solleverà guerra contro nazione, tutta la terra si riempirà di sangue e di malvagio disordine. [6] Per di più abbandoneranno il loro creatore e adoreranno ciò che é fisso nel cielo e ciò che cammina sulla terra e le onde del mare e l'Avversario esulterà e gioirà delle loro (11 bis) opere per la mia afflizione. [7] Tutta la terra cambierà il suo ordine e ogni frutto e ogni erba cambieranno i loro tempi perché aspetteranno il tempo della distruzione. E tutte le nazioni cambieranno sulla terra per la mia afflizione. [8] Allora io comanderò all'abisso: esso uscirà e si precipiterà sulla terra e i depositi delle acque celesti usciranno e si precipiteranno sulla terra in una grande materia secondo la prima materia [9] e tutta la costituzione della terra perirà e tutta la terra sarà scossa e sarà privata della sua saldezza da quel giorno. [10] Allora io preserverò Noé, figlio primogenito di tuo figlio Lamech e farò sorgere dal suo seme un altro mondo e il suo seme durerà nei secoli. [11] Matusalemme, levatosi dal suo sonno, si afflisse grandemente del sogno. Chiamò tutti gli anziani del popolo e raccontò tutto quanto gli aveva detto il Signore e la visione di ciò che gli era apparso dal Signore. [12] Il popolo s'afflisse della sua visione e gli rispose: "Il Signore ha il potere di fare secondo la sua volontà e ora fa tutto come il Signore ti ha detto". [13] Matusalemme chiamò Nir, il secondo figlio di Lamech e lo rivestì con le vesti del sacerdozio di fronte a tutto il popolo e lo pose a capo dell'altare e gli insegnò tutto quanto (doveva) fare tra il popolo. [14] Matusalemme disse al popolo: "Ecco Nir, egli sarà di fronte a voi, da questo giorno, la guida dei principi". [15] Il popolo rispose a Matusalemme: "Lo sia per noi e sia la parola del Signore, come l'ha detta a te". [16] Mentre Matusalemme parlava al popolo, il suo animo si turbava e piegò le ginocchia e stese le sue mani al cielo e pregò il Signore e mentre egli pregava, il suo spirito uscì. [17] Nir e tutto il popolo si affrettarono e costruirono un sepolcro per Matusalemme e posero per lui l'incenso e la canna e molte cose sacre. [18] Nir e il popolo andarono, sollevarono il corpo di Matusalemme e lo posero nel sepolcro che gli avevano costruito e lo ricoprirono. [19] Il popolo disse: "Benedetto é stato Matusalemme (davanti) al volto del Signore e di fronte a tutto il popolo". Di là si riunirono e Nir disse al popolo: "Affrettatevi oggi, portate il montone e il toro e la tortora e la colomba, affinché sacrifichiamo (davanti) al volto del Signore e rallegratevi oggi e poi andate nelle vostre case". [20] Il popolo ascoltò Nir il sacerdote, si affrettarono e condussero (gli animali) e li legarono a capo dell'altare. [21] Nir prese il coltello del sacrificio e sacrificò (davanti) al volto del Signore. [22] Il popolo si affrettò e fece (ciò che doveva) e gioì; (davanti) al volto del Signore tutto il giorno glorificarono il Signore Dio salvatore di Nir e di fronte al popolo. Da quel giorno ci fu pace e ordine su tutta la terra nei giorni di Nir, per02 anni. [23] Dopo questo il popolo si allontanò dal Signore e cominciarono a essere invidiosi l'uno dell'altro e popolo si sollevava contro popolo e nazione si levò in guerra contro nazione [26] e ci fu grande turbolenza. Nir, il sacerdote, l'udì e si afflisse grandemente e disse nel suo cuore: "Il tempo é giunto, piaccia a Dio e la parola che il Signore ha detto a Matusalemme, padre di mio padre".
LXXI
[1] Ecco, la moglie di Nir, Sofonim , essendo sterile non aveva generato (figli) a Nir. [2] Sofonim era al tempo della vecchiaia e nel giorno della morte e concepì nel suo grembo e Nir il sacerdote non aveva dormito con lei dal giorno nel quale il Signore lo aveva posto di fronte al popolo. [3] Sofonim ebbe vergogna e si nascose tutti i giorni e nessuno del popolo lo venne a sapere. [4] Era al giorno del parto e Nir si ricordò di sua moglie e la chiamò da lui nella (sua) casa per conversare con lei. [5] Sofonim andò da suo marito ed ecco, era gravida al tempo del parto. [6] Vedendola, Nir si vergognò grandemente di lei e le disse: "Perché hai fatto questo, o donna, e mi hai svergognato di fronte a tutto il popolo? Ora vattene da me, va dove hai concepito la vergogna del tuo ventre, perché io non insudici le mie mani su di te e pecchi (davanti) al volto del Signore". [7] Sofonim rispose a suo marito, dicendo: "Ecco, o mio signore, il tempo della mia vecchiaia e non c'é stato in me l'ardore della giovinezza e non so come é stata concepita l'indecenza del mio grembo". [8] Nir non la credette e Nir le disse una seconda volta: "Vattene da me, perché non ti colpisca e pecchi (davanti) al volto del Signore". [9] Accadde che mentre Nir parlava a sua moglie, Sofonim cadde ai piedi di Nir e morì. [10] Nir si afflisse grandemente e disse nel suo cuore: "Le é forse successo per la mia parola?" . [11] E ora, misericordioso (é) il Signore eterno, perché la mia mano non é stata su di lei" . [12] Nir si affrettò e chiuse la porta della sua casa e andò da suo fratello Noé e gli raccontò tutto ciò che era successo a sua moglie. [13] Noé si affrettò verso la camera di suo fratello e l'aspetto della moglie di suo fratello (era) nella morte e il suo ventre (era) nel tempo del parto . [14] Noé disse a Nir: "Non essere afflitto, Nir, fratello mio, perché il Signore oggi ha coperto la nostra vergogna, perché nessuno del popolo lo sa e [15] ora affrettiamoci, seppelliamola e il Signore coprirà la nostra onta". [16] Posero Sofonim su un letto, la rivestirono di vesti nere, chiusero la porta e scavarono tombe in segreto. [17] Quando furono usciti verso la sua tomba, il fanciullo uscì dal cadavere di Sofonim ed era seduto sul letto. Noé e Nir entrarono per seppellire Sofonim e videro il fanciullo seduto presso il cadavere, che stava asciugando il suo vestito. [18] Noé e Nir si spaventarono molto: il fanciullo era infatti compiuto nel corpo, parlava con la sua bocca e benediceva il Signore. [19] Noé e Nir lo guardarono molto, dicendo: "Questo (viene) dal Signore, fratello mio". Ed ecco il sigillo del sacerdozio (era) sul suo petto ed (era) glorioso d'aspetto. [20] Noé disse a Nir: "Fratello, ecco che il Signore rinnova la dimora della santificazione dopo di noi". [21] Nir e Noé si affrettarono e lavarono il fanciullo e lo rivestirono delle vesti del sacerdozio. Nir gli diede i pani benedetti ed egli mangiò. E lo chiamarono col nome di Melchisedec. [22] Noé e Nir presero il corpo di Sofonim, la svestirono delle vesti nere, lavarono il suo corpo e la vestirono di vesti luminose e scelte e le costruirono un'altra tomba. [23] Noé, Nir e Melchisedec andarono e la seppellirono pubblicamente (e) onorevolmente. Noé disse a suo fratello: "Custodisci il fanciullo in segreto fino al tempo (favorevole), perché il popolo é diventato malvagio su tutta la terra e, vedendolo, in qualche modo lo faranno morire". Noé andò al suo luogo. [24] Ed ecco tutte le iniquità su tutta la terra nei giorni di Nir. [25] Nir si affliggeva assai più per il fanciullo, dicendo: "Che cosa farò di lui?". Tendendo le sue mani verso il cielo, Nir invocò il Signore, dicendo: "Ahimé, o Signore eterno, tutte le iniquità si sono moltiplicate sulla terra nei miei giorni e io comprendo che la nostra fine é vicina. [26] Ora, Signore, che cos'é l'apparizione di questo fanciullo e qual é il suo destino e che cosa farò di lui, perché non sia coinvolto con noi in questa distruzione?". [27] Il Signore udì Nir, gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ecco, Nir, una grande perdizione ha già avuto luogo sulla terra: non la soffrirò, né la sopporterò più. Ecco, io penso di far cadere in breve giù sulla terra una grande distruzione; [28] ma per il fanciullo non preoccuparti, Nir, poiché io tra poco manderò il mio arcangelo Michele e prenderà il fanciullo e lo deporrà nel paradiso dell'Eden. [29] Non perirà con quelli che devono perire e io l'ho mostrato e sarà il mio sacerdote dei sacerdoti nei secoli Melchisedec; io lo santificherò e lo trasformerò in un grande popolo che mi santificherà". [30] Nir, levatosi dal suo sonno, benedisse il Signore che gli era apparso, dicendo: "Benedetto il Signore Dio dei nostri padri, che non ha dato biasimo al mio sacerdozio nel sacerdozio dei miei padri, perché la tua parola ha creato un grande sacerdote nell'utero di Sofonim mia moglie. [31] Poiché io non avevo discendenza e questo fanciullo sia al posto della mia discendenza ed egli diventerà mio figlio e tu lo conterai con i tuoi servi, [32] con Sonfi e Onoch e Rusi e Milam e Seruch e Arusan, Nail ed Enoc e Matusalemme e il tuo servo Nir [33] e Melchisedec sarà il capo dei sacerdoti in un'altra stirpe. [37] So infatti che questa stirpe finirà nella confusione e che tutti periranno e Noé mio fratello sarà conservato in un'altra stirpe per la procreazione e dalla sua stirpe sorgerà un popolo numeroso e Melchisedec diventerà il capo dei sacerdoti in un popolo di un regno che ti serve, o Signore.
LXXII
[1] Accadde che quando il fanciullo ebbe terminato quaranta giorni nella dimora di Nir, il Signore disse all'arcangelo Michele : "Scendi sulla terra da Nir il sacerdote e prendi il fanciullo Melchisedec che é con lui e ponilo nel paradiso dell'Eden in custodia. Infatti già si é avvicinato il tempo e io lascerò andare tutte le acque sulla terra e perirà tutto ciò che c'é sulla terra [2] e io lo rialzerò in un'altra stirpe e Melchisedec sarà il capo dei sacerdoti in quella stirpe. [3] Michele si affrettò e volò giù di notte. Nir dormiva di notte sul suo letto e Michele, apparsogli gli disse: "Così parla il Signore a Nir: Consegnami il fanciullo che ti ho affidato". [4] Nir non riconobbe colui che gli parlava e il suo cuore era turbato: "Il popolo, venuto a sapere del fanciullo, disse, lo prenderà e l'ucciderà? Poiché il cuore del popolo é diventato malvagio davanti al volto del Signore". Rispose a Michele e disse: "Io non ho (nessun) fanciullo e non riconosco chi parla con me". [5] Michele gli rispose: "Non temere, Nir, io sono l'arcangelo Michele. Il Signore mi ha mandato ed ecco, io prenderò oggi il tuo fanciullo e andrò con lui e lo deporrò nel paradiso dell'Eden". [8] Nir si ricordò del suo primo sogno e credette e rispose a Michele: "Benedetto il Signore che ti ha mandato oggi da me e ora benedici il tuo servo Nir e prendi il fanciullo e fa di lui tutto ciò che ti é stato detto". [9] Gabriele prese il fanciullo Melchisedec quella notte sulle sue ali e lo depose nel paradiso dell'Eden. [10] Nir si levò il mattino e andò in casa e non trovò il fanciullo . Nir ne ebbe gioia e afflizione grandemente, perché aveva il fanciullo al posto di un figlio.
LXXIII
Al nostro Dio gloria sempre e adesso e ognora e nei secoli dei secoli. Amen.

Vangeli apocrifi
Codice Arundel 404 (estratto)  
[Si tratta di uno scritto apocrifo, riguardante la nascita e l'infanzia del salvatore, risalente forse al VI secolo. In esso possiamo notare che il destinatario della persecuzione di Erode era il piccolo Giovanni Battista e che sulla sua persona incombeva la stessa predestinazione regale che riguardava Gesù (vedi la teoria qumraniana dei due messia)]
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[98] Elisabetta udendo che Giovanni era ricercato dai sicari per ucciderlo, lo prese, salì su di un monte altissimo, e cercò con lo sguardo tutt'intorno il luogo ove poterlo nascondere. Poi gemette e, in lacrime, esclamò rivolta al Signore: - Signore Dio, offri tu un riparo affinché questo monte accolga la madre con il figlio. - Il monte era altissimo ed essa non se la sentiva più di salire. Improvvisamente il monte si spaccò e accolse lei con il figlio, e in quello stesso luogo avevano una grande luce, giacché l'angelo del Signore era con loro, li custodiva e nutriva.
[99] Erode cercava, difatti, Giovanni e mando i suoi servi da Zaccaria, dicendo: - Dove hai nascosto tuo figlio? - Zaccaria rispose loro: - Io sono un ministro di Dio e dimoro nel suo tempio. Non so dove sia mio figlio. - I ministri, ritornati, riferirono a Erode.
Erode dunque, adirato, disse a coloro che gli avevano riferito questo: - Zaccaria si beffa di noi perché suo figlio sta per regnare in Israele con il Cristo. - Li rimandò di nuovo da Zaccaria per dirgli: - Dimmi la verità, dov'è tuo figlio? Non sai che il tuo sangue e in mio potere? - Giunti dunque i ministri dissero a Zaccaria le parole che aveva comunicato loro Erode. Zaccaria rispose: - Dite a Erode: Zaccaria dice queste cose: io sono un martire del Signore Dio. Se verserai sangue innocente dentro la dimora del Signore, sarà in testimonianza di Dio. Dio, infatti accoglierà il mio spirito. - Alle prime luci, mentre parlava così, Zaccaria fu ucciso. E i suoi figli ignoravano che egli fosse stato ucciso.

Vangelo di Pietro
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[Il Vangelo detto "di Pietro" sembra essere uno dei più antichi manoscritti che la Chiesa definisce apocrifi. Fino al 1886 era conosciuto, come oggi i vangeli cosiddetti giudeo-cristiani, solo per le citazioni effettuate dai padri della chiesa in alcune loro opere.
Nel 1886, in Egitto, ad Akhmim, dentro la tomba di un monaco furono trovate delle pergamene contenenti, fra l'altro, questo testo che è stato identificato dagli studiosi come il vangelo di Pietro. Si tratta, probabilmente, di uno scritto composto nel secondo secolo da una comunità cristiana che potrebbe avere attinto a fonti giudaico-cristiane.]

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[4, 10] Condussero due malfattori e crocifissero il Signore in mezzo a loro. Ma lui taceva quasi che non sentisse alcun dolore. [11] Quando drizzarono la croce, vi scrissero: Questo è il re di Israele. [12] Posero le vesti davanti a lui, le divisero e su di esse gettarono la sorte. [13] Ma uno di quei malfattori li rimproverò, dicendo: - Noi soffriamo così a causa delle azioni cattive che abbiamo commesso. Ma costui, divenuto salvatore degli uomini, che male vi ha fatto? - [14] Indignati contro di lui, ordinarono che non gli fossero spezzate le gambe e così morisse tra i tormenti.
[5, 15] Era mezzogiorno allorché le tenebre coprirono tutta la Giudea. Essi si agitavano e angustiavano che il sole fosse già tramontato: egli infatti, era ancora vivo. Giacché per loro sta scritto: Non tramonti il sole sopra un ucciso!. [16] E uno di loro disse: - Dategli da bere fiele con aceto - Fecero un miscuglio e glielo diedero a bere. [17] E compirono ogni cosa e colmarono i peccati sul loro capo. [18] Molti giravano con fiaccole e, pensando che fosse notte, se ne andarono a riposare. [19] Ed il Signore gridò, dicendo: - Forza mia, forza mia, mi hai abbandonato! - E mentre così diceva, fu assunto. [20] Nella stessa ora il velo del tempio di Gerusalemme si squarciò in due.
[6, 21] Estrassero allora i chiodi dalle mani del Signore e lo posero a terra. Si scosse tutta la terra e vi fu un timore grande. [22] Allora risplendette il sole e ci si accorse che era l'ora nona. [23] Gli Ebrei si rallegrarono e diedero il suo corpo a Giuseppe, affinché lo seppellisse: egli, infatti, aveva visto tutto il bene che aveva fatto. [24] Preso il Signore, lo lavò, lo avvolse in un lenzuolo e lo portò nel suo proprio sepolcro, detto giardino di Giuseppe.
[7, 25] Gli Ebrei, gli anziani e i sacerdoti compresero allora il grande male fatto a se stessi e cominciarono a lamentarsi battendosi il petto e a dire: - Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme sono ormai vicini - [26] Io ed i miei amici eravamo nella tristezza e, con l'animo ferito, ci nascondevamo: eravamo, infatti, ricercati da loro come malfattori e come coloro che volevano incendiare il tempio. [27] A motivo di tutte queste cose, digiunavamo e sedevamo lamentandoci e piangendo notte e giorno, fino al sabato.
[8, 28] Gli scribi, i farisei e gli anziani allorché si radunarono insieme e udirono che tutto il popolo mormorava e si lamentava battendosi il petto, dicendo: - Se alla sua morte sono avvenuti segni così grandi, vedete quanto egli era giusto! - [29] ebbero paura e andarono da Pilato supplicandolo e dicendo: - [30] Dacci dei soldati affinché la sua tomba sia vigilata per tre giorni. Che non capiti che vengano a rubarlo i suoi discepoli, il popolo creda ch'egli sia risorto dai morti e ci faccia del male. [31] Pilato diede loro il centurione Petronio con dei soldati per vigilare la tomba; e con loro si recarono alla tomba gli anziani e gli scribi [32] e tutti quanti erano là con il centurione; i soldati rotolarono una gran pietra, [33] la posero sulla porta della tomba e ci impressero sette sigilli; quivi drizzarono poi una tenda e montarono la guardia.
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[12, 50] All'alba del giorno del Signore, Maria Maddalena, discepola del Signore, che per timore degli Ebrei, che bruciavano d'ira, non avendo fatto alla tomba del Signore quanto solevano fare le donne per i morti da loro amati, [51] prese con se le amiche e andò alla tomba dove era stato posto. [52] Esse temevano di essere viste dagli Ebrei, e dicevano: - Se nel giorno in cui fu crocifisso non abbiamo potuto piangere e lamentarci battendoci il petto, facciamolo ora almeno alla sua tomba. [53] Ma chi ci rotolerà la pietra posta sulla porta della tomba, affinché possiamo entrare, sederci attorno a lui e compiere il nostro debito? [54] grande, infatti, era la pietra, e temiamo che qualcuno ci veda. Se non possiamo, deponiamo almeno sulla porta ciò che portiamo in sua memoria: piangeremo e ci lamenteremo percuotendoci il petto fino a quando ritorneremo a casa nostra.
[13, 55] Quando giunsero, trovarono il sepolcro aperto. Avvicinatesi, si chinarono e videro un giovane seduto in mezzo al sepolcro: era bello e vestito di una risplendentissima stola; disse loro: [56] - Perché siete venute? Chi cercate? Quello, forse, che fu crocifisso? È risorto e se n'è andato. Se non ci credete, chinatevi e guardate il luogo dove giaceva: non c'è più! È infatti risorto e se n'è andato là donde era stato mandato. [57] Allora le donne fuggirono impaurite.
[14, 58] Era l'ultimo giorno degli azzimi. Molti se ne andavano via e ritornavano alle proprie case: la festa era finita. [59] Ma noi, i dodici apostoli del Signore, piangevamo e ci rattristavamo; ognuno, pieno di tristezza per quanto era avvenuto, se ne andò a casa. [60] Io invece, Simon Pietro, e mio fratello Andrea, prendemmo le nostre reti, ci recammo al mare. Con noi c'era Levi, figlio di Alfeo, che il Signore...
Vangelo di Maria
 
[Si tratta di uno scritto gnostico che fu rinvenuto nel cosiddetto Papiro 8502 di Berlino, di cui si hanno notizie dal 1896, ma che fu pubblicato solo nel 1955. La Maria a cui è attribuito è Maria Maddalena. Questo scritto attribuisce una importanza fondamentale alla figura di Maria Maddalena, come discepolo che Gesù avrebbe anteposto persino ai suoi apostoli maschi.]

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Ma Andrea replicò e disse ai fratelli: - Che cosa pensate di quanto lei ha detto? Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto questo. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opinioni diverse -
Riguardo a queste stesse cose, anche Pietro replicò interrogandoli a proposito del Salvatore: - Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente?
Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi? Maria allora pianse e disse a Pietro: - Pietro, fratello mio, che credi dunque? Credi tu ch'io l'abbia inventato in cuor mio o che io mentisca a proposito del Salvatore?
Levi replicò a Pietro dicendo: Tu sei sempre irruente, Pietro! Ora io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli avversari. Se il Salvatore l'ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v'è dubbio che il Salvatore la conosca bene, perciò amò lei più di noi. Dobbiamo piuttosto vergognarci, rivestirci dell'uomo perfetto, formarci come egli ci ha ordinato, e annunziare il vangelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un'ulteriore legge, all'infuori di quanto ci disse il Salvatore.
Quando Levi ebbe detto ciò, essi cominciarono a partire per annunziare e predicare. Il vangelo secondo Maria.
 
Vangelo Copto di Tommaso

[Si tratta di uno scritto gnostico che fu rinvenuto nel 1945 presso Nag Hammadi, in Egitto, da un contadino che scavava nel terreno. In quell'occasione fu scoperta una intera collezione di scritti gnostici, in lingua copta, che erano ormai dati per scomparsi da secoli. Questo testo, le cui origini possono essere fatte risalire al II secolo, è un complesso di 114 sentenze, introdotte generalmente dalla formula "Gesù disse". I Vangeli gnostici non hanno l'impostazione biografico-narrativa tipica dei vangeli cosiddetti canonici. Quest'opera

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16 - Gesù disse: Forse gli uomini pensano che io sia venuto a gettare la pace sul mondo, ignorando che io sono venuto a gettare divisioni, fuoco, spada, guerra. Cinque saranno in una casa: tre contro due e due contro tre, il padre contro il figlio e il figlio contro il padre, ed essi se ne staranno soli.
28 - Gesù disse: Stetti in mezzo al mondo, e mi manifestai loro in carne. Li trovai tutti ubriachi, tra essi non trovai alcuno assetato. E l'anima mia è tormentata per i figli degli uomini, perché in cuor loro sono ciechi e non capiscono: vennero nel mondo vuoti e cercano di uscire dal mondo vuoti. D'altronde, ora sono ubriachi. Allorché avranno digerito il loro vino, allora faranno penitenza.
31/32 - Gesù disse: Un profeta non è accetto nel suo paese. Un medico non guarisce quelli che lo conoscono. Una città costruita su di un alto monte e fortificata, non può cadere né essere nascosta.
58 - Gesù disse: Beato l'uomo che ha sofferto. Egli ha trovato la vita.
67 - Gesù disse: Colui che conosce tutto, ma non conosce sé stesso, ignora tutto.
101 - Gesù disse: Colui che non odia suo padre e sua madre come me, non è adatto ad essere mio discepolo. E colui che non ama suo Padre e sua Madre come me, non può divenire mio discepolo. Poiché mia madre... [mi ha dato la morte ?], ma la mia vera Madre mi diede la vita.
114 - Simon Pietro disse loro: Maria deve andar via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita. Gesù rispose: Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché lei diventi uno spirito vivo uguale a noi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel regno dei cieli.

Vangelo di Filioppo

[Si tratta di uno scritto gnostico che fu rinvenuto nel 1945 presso Nag Hammadi, in Egitto, da un contadino che scavava nel terreno. In quell'occasione fu scoperta una intera collezione di scritti gnostici, in lingua copta, che erano ormai dati per scomparsi da secoli. Questo testo, le cui origini possono essere fatte risalire al II secolo, è un complesso di 127 sentenze contenenti spesso linguaggi criptici per iniziati]

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17 - Taluni hanno detto che Maria ha concepito dalo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna? [in ebraico all'espressione Spirito Santo corrisponde il termine Ruah che è femminile] Maria è la Vergine che nessuna forza ha violato, e questo è un grande anatema per gli ebrei che sono gli apostoli e gli apostolici. Questa Vergine, che nessuna forza ha violato... e le potenze si contaminano. E il Signore non avrebbe detto "mio Padre che è nei Cieli", se non avesse avuto un altro padre, ma avrebbe detto semplicemente "mio padre".
21 - Coloro che dicono che il Signore prima è morto e poi è risuscitato, si sbagliano, perché egli prima è risuscitato e poi è morto. Se uno non consegue prima la resurrezione non morirà, perché, come è vero che Dio vive, egli sarà già morto.
32 - Erano tre che andavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella, e la Maddalena, che è detta sua consorte. Infatti era 'Maria' sua sorella, sua madre e la sua consorte.
47 - Gli apostoli che sono stati prima di noi l'hanno chiamato così: Gesù Nazareno Cristo. L'ultimo nome è Cristo, il primo è Gesù, quello di mezzo è Nazareno. Messia ha due significati: tanto Cristo che il limitato. Gesù in ebraico è la salvezza. Nazara è la verità. Perciò Nazareno è quello della verità. Cristo è il limitato. Nazareno e Gesù sono quelli che lo hanno limitato.
55 - La Sofia, che è chiamata sterile, è la madre degli angeli. La consorte di Cristo è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciava spesso sulla bocca. Gli altri discepoli allora gli dissero: "perché ami lei più di tutti noi?" Il Salvatore rispose e disse loro: "perché non amo voi tutti come lei?".
63 - [...] Mentre siamo in questo mondo, è necessario per noi acquistare la resurrezione, cosicché, quando ci spogliamo della carne, possiamo essere trovati nella Quiete [...]
90 - Coloro che dicono che prima si muore e poi si risorge, si sbagliano. Se non si riceve prima la resurrezione, mentre si è vivi, quando si muore non si riceverà nulla. Così pure si parla riguardo al battesimo, dicendo che il battesimo è una grande cosa, perché se si riceve si vivrà.
Note ai vangeli gnostici di Tomaso, Maria e Filippo
Sebbene gli estratti qui riportati siano estremamente brevi, essi sono sufficienti per intuire in quale ampia misura il contenuto dei vangeli gnostici della "collezione" di Nag Hammadi sia contrastante con quello della "scuola paolina". Anzi, possiamo senz'altro affermare che spesso si percepisce una vena intenzionalmente polemica nei confronti della teologia neo-cristiana dei seguaci di Paolo. Non possiamo negarlo nel momento in cui ci troviamo di fronte ad affermazioni del tipo: "Coloro che dicono che ... si sbagliano".
Questa intonazione provocatoria l'avevamo già incontrata nei vangeli cosiddetti giudeo-cristiani, o piuttosto nelle severe critiche che i padri della chiesa hanno rivolto contro quei testi, dichiarando che i nazareni e gli ebioniti "...rifiutano l'apostolo Paolo...", "...chiamano apostata l'apostolo Paolo...", dichiarandolo uomo menzognero. Si ricordi che spesso Paolo, nelle sue lettere, insiste nel difendersi dalle accuse di menzogna e afferma con energia di "non mentire", confermando l'esistenza di una aspra polemica contro le sue idee. Senz'altro ci viene in mente l'immagine dell'"uomo di menzogna" contro cui si scagliano spesso le scritture qumraniane. Tutto questo è molto illuminante sulla via del nostro tentativo di sbrogliare la complicata matassa delle origini della letteratura evangelica e del loro legame con la letteratura essena del Mar Morto.
Evidentemente, nei primissimi secoli, prima che la riforma costantiniana accettasse il cristianesimo a pieno diritto fra le religioni principali dell'impero e la chiesa diventasse organo di potere dell'impero stesso (cioè prima che iniziasse l'epoca lunga e tragica delle persecuzioni contro gli "eretici"), il cristianesimo era una vasta costellazione di "scuole" in contrasto l'una con l'altra e, fra queste, quella paolina non poteva dirsi né l'unica né la più accettata.
La scuola giudeo-cristiana, ovverosia quella dei discepoli ebrei di Gesù, i quali non avevano alcuna intenzione di abbandonare la fede mosaica e interpretavano le profezie messianiche nel modo più tradizionale, era stata ripresa successivamente da diverse correnti gnostiche che conservavano una aperta ostilità nei confronti della teologia revisionista, e addirittura scissionista, di cui Paolo, che aveva finto una opportunistica conversione, fu l'iniziatore.
Uno dei principali elementi polemici che notiamo subito negli scritti gnostici riguarda il tema della resurrezione. Su esso non ci può essere dubbio alcuno: il vangelo di Filippo si esprime in termini estremamente chiari, dicendo che la resurrezione intesa come la intende la teologia cristiana che tutti conosciamo, ovverosia come ritorno alla vita biologica della carne morta, è uno "sbaglio". Essa deve essere piuttosto interpretata come una immagine simbolica, che rappresenta l'accesso ad una condizione di "vita eterna", di "gnosi", di "illuminazione", di consapevolezza spirituale che libera l'uomo dai legami dei sensi e della carne, ovverosia dai limiti in cui la sua vita materiale sembra essere irrimediabilmente imprigionata. Sono decisive, in tal senso, certe affermazioni, come quella che se "uno non consegue la resurrezione finché è vivo...", ecc...
Altro elemento di forte contrasto è quello che riguarda il ruolo di Maria Maddalena. Nel vangelo detto "di Maria" abbiamo visto la testimonianza di una aspra contesa fra Pietro e Maria, e l'intervento di Gesù che tradisce una spiccata inclinazione per quest'ultima. Lo stesso identico fatto è testimoniato anche dall'ultimo verso del vangelo copto di Tomaso, mentre il vangelo di Filippo si spinge molto più in là affermando, per ben tre volte, che Maria Maddalena è "la consorte" di Cristo. Ora non possiamo fare a meno di rammentare alcune importanti tradizioni medievali, severamente combattute dalla chiesa soprattutto nella Francia meridionale, in cui si credeva che Maria Maddalena fosse proprio la moglie dell'aspirante Messia dei giudei e che, attraverso un figlio da lei concepito con l'illustre marito, avesse avuto un seguito la stirpe del sangue reale di Davide (il Sang Raal dei provenzali di lingua d'Oc, che noi storpiamo nella forma San Graal). E' una delle questioni più censurate della storia medievale, dietro la quale si sono giocati anche importanti equilibri nella lotta per l'egemonia politica sull'occidente cristiano. Il Santo Graal, che noi siamo soliti rappresentare simbolicamente come una coppa in cui sarebbe stato raccolto il sangue del figlio di Davide, sarebbe in realtà la dinastia davidica (il Sangue Reale appunto) a cui qualcuno si sarebbe fregiato di appartenere, motivando così la sua ambizione a regnare sul Sacro Romano Impero.
I versi 101 del vangelo di Tomaso e 17 del vangelo di Filippo trattano di una questione relativa allo Spirito Santo come Madre (Ruah = entità femminile in ebraico) e al concetto di Padre e Madre (con evidente riferimento al comandamento biblico "Onora tuo Padre e tua Madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà"). Ciò ha implicazioni profonde che svelano quanto sia stato reinterpretato il concetto trinitario dalla teologia neo-cristiana. Ovviamente, se leggiamo con attenzione il comandamento biblico, possiamo subito notare che il Padre e la Madre di cui si parla non sembrano essere i genitori carnali che ciascuno di noi ha. Non ha senso infatti l'idea che uno debba vivere a lungo solo qualora onori i genitori carnali. Diciamo invece che il Padre e la Madre a cui ci si riferisce nel significato originario del comandamento biblico sono figure che, attraverso una simbologia nuziale che è ripresa più volte in altri versi da noi non citati dei vangeli di Tomaso e di Filippo, rappresentano i principi creativi che hanno posto in essere il mondo e che hanno stabilito le sue leggi. In pratica il Padre e la Madre sono le prime due figure del concetto originario di trinità, avente una connotazione fortemente sessuale, ed essendo il Figlio la terza figura, cioè tutto ciò che dai principi creativi è stato generato e, in particolare, l'umanità. Il verso 101 del vangelo di Tomaso confuta l'interpretazione neo-cristiana del comandamento biblico, affermando in modo chiarissimo che la madre contingente ha dato al figlio solo una spoglia mortale, mentre il principio essenziale della vita proviene a lui dalla vera Madre che è, appunto, la figura trinitaria che il neo-cristianesimo sostituisce con l'immagine desessualizzata dello Spirito Santo, eliminando così, tra le figure del Padre e del Figlio, l'unica che possa inserirsi logicamente. Il verso 17 del vangelo di Filippo si domanda come possa essere stata ingravidata Maria dallo Spirito Santo, cioè dal principio femminile della trinità, al quale, e solo al quale, è attribuita la qualità di una verginità intrinseca. Addirittura il verso si spinge a polemizzare apertamente con l'idea che Gesù non avesse una padre carnale, idea che appare nelle natività presenti nei vangeli canonici.
L'ultimo punto che noteremo è quello espresso nel verso 47 del vangelo di Filippo. In cui si afferma chiaramente che il titolo Nazareno non ha relazione alcuna con una eventuale origine di Gesù dalla città di Nazareth, bensì ha un significato religioso che sembrerebbe legato al termine "verità". A questo proposito vorrei citare un messaggio che ho ricevuto il 10 Maggio del 1998 dal professor Daniel Gershenson della Università di Tel Aviv, nel corso delle nostre discussioni sulle origini della letteratura evangelica:
"...si rivela uno scritto esoterico contente parole che non devono essere svelate ai profani, la comprensione delle quali è apportatrice di vita. Ogni detto forma un'unità indipendente e solo raramente si osserva un piccolo raggruppamento di detti (o loghia) collegati ad un tema, da parole chiave o da riferimento dell'uno all'altro... i detti sono per lo più assai brevi e hanno la forma di prescrizioni, sentenze, aforismi; qualche volta si incontrano brevi conversazioni con i discepoli, con Simon Pietro, con Maria, con Matteo e Tomaso... Qualche detto è molto vicino a parole o parabole dei vangeli canonici..."



«I think I have discovered the etymology of Nazoraios, and of the name for the Christians in Hebrew and Arabic. In the Aramaic translation of Isaiah 44:13, Jonathan ben Uzziel translated the Hebrew word "maqtsuot" with the Aramaic "Nazora" ... However the root NZR occurs in the Aramaic translation of Isaiah 26:2, "a righteous people keeping faith" where the word "emunim" (=faith) is from the root of "emeth" (=truth), so it is clear why that late Philip could say it means "truthful".» Ancora una volta troviamo che la tradizione più fedele alle origini giudeo-cristiane contesta un altro presupposto dell'insegnamento neo-cristiano: l'idea che Nazareno significhi di Nazareth.
 FRATELLI E SORELLE DI GESU' CRISTO

Brani tratti dal libro "CRISTO, UNA VICENDA STORICA DA RISCOPRIRE", di David Donnini (Erre Emme Edizioni, Roma, 1994). Paragrafi 4.3.1 e 4.3.2 :

4.3.1. Il numero dei figli.
Il credente comune, davanti all'idea che Gesù avesse dei fratelli carnali, alza innocentemente le spalle: è semplicemente impossibile. Infatti Maria ha partorito una volta sola, ed ha miracolosamente conservato la sua verginità. Può darsi che i cosiddetti fratelli siano fratellastri, cugini, parenti stretti, ma non comunque fratelli nel senso in cui noi intendiamo tale espressione. Tutto ciò a dispetto della vasta costellazione di testimonianze in cui si parla insistentemente dei fratelli di Gesù, tanto nel Nuovo Testamento come fuori di esso. Addirittura un passo di Eusebio di Cesarea parla di un certo Giuda...



"...che era fratello carnale del Salvatore..." (Eusebio di Cesarea, Hist. Eccl., III, 19). Perché l'evangelista Luca, parlando della nascita di Gesù a Betlemme, lo avrebbe definito esplicitamente primogenito?



"Ora mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc 2, 6-7). Anche il testo di Matteo porta la definizione "primogenito" ma, in verità, non ci è dato di poterla leggere comunemente, perché i traduttori, molto disturbati da questa parola, la hanno eliminata. Infatti i testi antichi del Vangelo di Matteo così recitano:



"...peperit filium suum primogenitum (= partorì il suo figlio primogenito)" (Novum Testamentum Graece et Latine, Ist. Bibl. Pont., Roma 1933, Secundum Matthaeum 1, 25). Volendo essere precisi dobbiamo riconoscere che il testo di Matteo, nel passo in questione, è stato censurato non solo per quanto riguarda la parola primogenito, ma in una intera frase che porta implicazioni pesanti; questa è la versione latina completa:



"Et non cognoscebat eam donec peperit filium suum primogenitum: et vocavit nomen eius Iesum" (idem); mentre questa è la versione greca completa:



"kai oik eginosken auten eos oi eteken ton uion auton ton prototokon kai ekalesen to onoma autou Iesoun" (Idem). La traduzione corretta è:



"E non la conobbe [nel senso biblico di non ebbe con lei rapporto coniugale] finché ella non ebbe partorito il suo figlio primogenito, e gli dette nome Gesù". Ciò che leggiamo oggi, invece, appare così:



"...la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù" (Vangelo e Atti degli Apostoli, versione ufficiale della CEI, Ed. Paoline, Roma, 1982). E' chiaro che i tagli e le modifiche non sono casuali. Che cosa hanno fatto i traduttori? Innanzitutto hanno arbitrariamente deciso che Giuseppe non ha mai avuto rapporti coniugali con Maria, e non semplicemente finché ella non ebbe partorito Gesù; inoltre hanno deciso che il termine "primogenito" era del tutto superfluo, dal momento che di sicuro non esistevano altri figli. Allora, se noi osserviamo una sofisticazione del testo in tal senso, siamo ragionevolmente autorizzati a pensare che potrebbe essere vero il contrario: Giuseppe avrebbe avuto rapporti coniugali con Maria e avrebbe generato con lei numerosi figli.
4.3.2. I fratelli di Cristo.
Vediamo le testimonianze più comuni in cui si parla dei fratelli di Gesù. Soltanto nei Vangeli abbiamo le seguenti:



1. "Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano»" (Mc 3, 31-32).
2. "Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre ed i tuoi fratelli che vogliono parlarti»" (Mt 7, 46-47).
3. "Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla: Gli fu annunciato: «Tua madre e i tuoi fratelli son qui fuori e desiderano vederti»" (Lc 8, 19- 20).
4. "Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?" (Mc 6, 3).
5. "Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?" (Mt 13, 55).
6. "Dopo questo fatto, discese a Cafàrnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni." (Gv 2,12).
7. "Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e và nella Giudea perchè anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai..." (Gv 7, 2).
8. "Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (At 1, 14).
9. "Solo tre anni dopo andai a Gerusalemme per conoscere Pietro e non vidi nessuno degli altri apostoli, ad eccezione di Giacomo, il fratello del Signore..." (Gal 1, 18-19).
Poi abbiamo le citazioni extratestamentarie:



10. "Poi egli comparve a Giacomo, uno dei cosiddetti fratelli del Salvatore" (Eus. di Cesarea, Hist. Eccl. I, 12, 5).
11. "In quel tempo Giacomo, detto fratello del Signore, poiché anch'egli era chiamato figlio di Giuseppe, e Giuseppe era padre del Cristo..." (Idem II, 1, 2).
12. "Giacomo, fratello del Signore, succedette all'amministrazione della Chiesa insieme con gli apostoli..." (Ivi II, 23, 4).
13. "Della famiglia del Signore rimanevano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello suo secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide" (Ivi III, 20, 1).
14. "...convocò una sessione del Sinedrio e vi fece comparire il fratello di Gesù detto Cristo che si chiamava Giacomo" (Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XX, 200).
Non mancano certo le testimonianze! Ad una di esse, in particolare, vogliamo fare riferimento, alla penultima che abbiamo riportato: in essa Eusebio parla di una persecuzione che Domiziano (imperatore dal 81 al 96 d.C.) avrebbe effettuato nei confronti dei discendenti di Davide, "poiché anch'egli, come Erode, temeva la venuta di Cristo" (Eus. di Cesarea, Hist. Eccl., III, 20, 1). Nel corso di questa persecuzione furono condotti, come prigionieri, al cospetto dell'imperatore, alcuni componenti della famiglia di Gesù: i nipoti di Giuda (detto fratello suo secondo la carne), i quali erano accusati di attività sovversive come discendenti della stirpe regale di Israele, cioé come combattenti messianisti. Il passo è estremamente significativo, non solo perché testimonia l'esistenza di fratelli e nipoti di Cristo, ma perchè denuncia l'esplicito coinvolgimento dei componenti di questa famiglia nella lotta messianica, così come si sta evidenziando nelle varie fasi del nostro lavoro di indagine.
Insomma, non solo i fratelli di Cristo erano personaggi da censurare perché avrebbero messo in discussione il presupposto della verginità di Maria, ma anche perché, visto il loro ruolo nella lotta jahvista, avrebbero offerto una pericolosa connessione fra Cristo e le sette esseno-zelote.
Ed ecco che i famosi fratelli di cui tanto si parla vengono talvolta considerati come cugini, ovverosia come figli di una sorella di Maria, anch'essa di nome Maria, detta "di Cleofa". A sostegno di questa ipotesi si avanza il fatto che nella lingua aramaica esisteva un solo termine per indicare i fratelli ed i cugini, ma la spiegazione non regge: il testo originale dei Vangeli non è aramaico, ma greco; il termine usato è adelfos, che significa inequivocabilmente fratello e non cugino.
Altre volte, invece, si dice che i fratelli erano figli che Giuseppe avrebbe avuto da un suo precedente matrimonio, ma questo dimostra che la dottrina neocristiana non sa come stiano le cose: cerca, semplicemente, una spiegazione che le faccia comodo. Questa precedente moglie di Giuseppe non poteva certo essere la cosiddetta Maria di Cleofa, sorella della madre di Gesù, sempre viva e vegeta ai tempi in cui è ambientato il racconto evangelico. Come numerosi altri personaggi, la donna ha qualcosa di misterioso. Che significa, infatti, "di Cleofa"? Moglie, o figlia di Cleofa?
Innanzitutto possiamo notare che il termine Cleofa è la forma italianizzata del nome Kleofas, versione greca dell'egizio Cleopatra, il quale ci è noto come nome femminile, piuttosto che maschile. C'è da dire che se Maria e Cleofa fossero, rispettivamente, la madre e il padre dei cugini di Cristo, come mai questi sono stati definiti, a volte, figli di un certo Alfeo? E' il caso, per esempio, di Giacomo il minore, detto Giacomo di Alfeo e, naturalmente, anche del fratello di costui: Giuda detto Taddeo. Insomma, secondo l'interpretazione tradizionale, Maria e Cleofa (o Alfeo), sarebbero i genitori di quei Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, e anche delle sorelle, che troviamo nominati nelle precedenti citazioni.
Maria di Cleofa è fatta comparire dai Vangeli sinottici ai piedi della croce, durante l'agonia del Cristo, con la definizione Maria di Giacomo e di Giuseppe nella quale, evidentemente, è sottinteso il termine madre. E' strano, perché secondo i tre sinottici la madre di Gesù non ci sarebbe stata o, almeno, non è nominata nell'elenco delle tre famose pie donne che avrebbero presenziato ai momenti fondamentali della passione: la crocifissione, la deposizione, la sepoltura e la scoperta del sepolcro vuoto. I Vangeli non sono d'accordo sulle identità di queste tre donne. Per Marco e per Matteo sarebbero la Maria di cui stiamo parlando, Maria Maddalena e Salomè, madre dei figli di Zebedeo; per Luca sarebbero la Maria di cui stiamo parlando, Maria Maddalena e Giovanna, la moglie di Chuza, il sovrintendente di palazzo di Erode; per il quarto evangelista sarebbero Maria la Madre di Gesù, Maria di Cleofa, definita sorella di sua madre, e Maria Maddalena. L'unico personaggio su cui sono tutti d'accordo è quest'ultimo, Maria Maddalena, e su lei non abbiamo dubbi. E' sulla madre che c'è confusione.
E' fin troppo evidente che gli evangelisti hanno giocato sulla identità di costei perchè, di fatto, c'è qualcosa che non si doveva sapere: laddove compare solo la presunta zia di Cristo (Maria di Cleofa) il terzo posto è occupato da Salomè o da Giovanna, mentre dove compaiono sia la zia che la madre (nel quarto Vangelo), non c'è un terzo posto da occupare pertanto Salomè e Giovanna non sono nominate.
La soluzione del rebus è semplicissima: infatti non è vero che la madre di Cristo mancasse nella drammatica circostanza, come si dovrebbe dedurre dai Vangeli sinottici; la madre c'era ed era proprio quella che si definisce madre di Giacomo e di Giuseppe, in quanto, essendo costoro i fratelli di Cristo, la donna era madre tanto dell'uno quanto degli altri. E' solo il quarto Vangelo che si permette di sdoppiare esplicitamente il personaggio in due, facendo così comparire fianco a fianco le due presunte sorelle con lo stesso nome.
Non ci si meravigli se si parla di sdoppiamento di persona, è un meccanismo messo in opera altre volte nel corso della redazione evangelica, che riguarda numerosi fra i più importanti personaggi, come vedremo nel prossimo paragrafo. Il quarto Vangelo lo effettua perché il suo redattore, o il revisore, vuole definitivamente risolvere la spinosa questione della donna che c'è ma non c'è ai piedi della croce; con questa soluzione ogni dilemma è superato: la mamma e la zia sono due persone distinte e nessuno può più pensare che i fratelli di Cristo siano veramente i suoi fratelli di sangue.


Ma, come tante altre volte, noi abbiamo capito che è vero il contrario: i fratelli di Cristo erano proprio i suoi fratelli di madre e di padre. Quanti erano costoro? In tutto abbiamo potuto raccogliere quattro nomi maschili (Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda) e un numero imprecisato di sorelle anonime (a cui le tarde tradizioni definite apocrife danno i nomi poco attendibili di Assia e Lidia), ma alcuni manoscritti antichi aggiungono un altro nome, Giovanni, del quale non si capisce bene se si affianca a quello di Giuseppe o si sostituisce ad esso